Cascata (versione italiana)
(Autoproduit) avril 2016
Il genio di Joseph Beuys ha inspirato il loro nome e l'acqua si è infiltrata nel loro ultimo album. Ecco a voi gli Action Dead Mouse, il trio del nord-est italiano, che ama definirsi come Post Something Loop Orchestra (from Bologna).
Filippo Dionisi (voce), Luca Bianconi (batteria) et Emanuele Giordano (chitarra) hanno dato vita al progetto scegliendo la lingua dei cugini d'oltre Manica per i loro primi album (Pets and Nerds Attack Planet Earth ! en 2008 ; Revenge of Doormats and Coasters en 2009) per arrivare in seguito alla loro lingua madre.
Filippo, nella nostra ultima intervista, ci spiega che la voce per lui non è altro che uno strumento che non mente e che accompagna gli altri strumenti in un delirio post-hardcore/screamo/post-rock e , perché no, post something loop.
Cascata arriva dopo Perché questa cosa ci esplode negli occhi (2013) con la voce di Filippo qui esplode davvero su dei riff agitati, il sound violento di un post hard-core già conosciuto in Italia con i Fine Before You Came e i Death of Anna Karina.
Un album umido, con dell'acqua dappertutto, anche nei titoli (Ginnastica nell'acqua; Alluvioni; E' un disgelo o un corso di nuoto?) da ascoltare a forti dosi durante una passaggiata in bosco, in una corsa rapida, sotto la pioggia, contro i ricordi.
La prima traccia, "Ginnastica nell'acqua" si apre con la voce che è un urlo di rabbia ("Io sono bravo solo a ridere di niente / a stare fermo a galleggiare col cloro nella bocca / a guardare gli altri fare ginnastica nell'acqua") che diventa tristezza neanche troppo celata nel secondo pezzo, "Unghie" ("Da qualche parte ho letto che / a forza di colpire bene / si impara a non lasciare il livido / Il dolore rimane").
Ci si chiede se sia un disgelo o un corso di nuoto quello che arriva sul titolo del terzo pezzo, "E' un disgelo o un corso di nuoto ?", dominato dalla batteria (Dormi sempre o fingi solo di esser morta ?).
Nella vita siamo tutti vittime di inondazioni, tutta l'acqua che sfugge al nostro controllo, resta lì a farci annegare ("Non serve a prevedere i giorni di pioggia / segnarli sulle agende / o a chiudere le stanze dei figli morti" – "Alluvioni").
E se tutta la prima parte dell'album è dominata dall'acqua, gli ultimi quattro pezzi segnano la presa di coscienza dell'avere ancora la terra sotto i piedi ("Dove andremo / non ci saranno che terremoti" - "Cantieri"). E all'improvviso arriva una violenta deflagrazione sonora, una chitarra lancinante e una batteria veloce.
In "Muraglia Cinese", troviamo la soluzione insieme alla fine ("Finisce bene quel che finisce / la fine è un lusso")
ma resta l'enigma degli abiti puliti ("Oggi ho portato al lavasecco un soprabito grigio / Volevo fare una cosa matura / come lavare i vestiti puliti che nessuno usa da tempo"). L'album si conclude, con degli abiti che ritornano, ancora una volta ("Per non condannare intere stagioni/ bruciamo i vestiti invernali" - "Helvetica").
In copertina Cascata mostra il disegno di un uomo che sta ricevendo una respirazione bocca a bocca, sul retro é da solo, disteso. Quest'album é un concept album, dove il concetto si annulla, é un album che non vuole insegnare nulla, non vuole spiegare nulla, ha semplicemente voglia di esorcizzare la tristezza e dichiarare guerra alle menzogne.
Non sapremo mai se l'uomo in copertina é stato tratto in salvo o meno, ma come nella vita, sappiamo che é stato fatto un tentativo.
# 21 avril 2024 : Des beaux disques, des beaux spectacles, une belle semaine
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